Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha recentemente annunciato la presentazione della sua attesa riforma delle pensioni, in risposta alle preoccupazioni sollevate dalle prospettive demografiche poco rosee nel paese e al crescente squilibrio tra il numero di lavoratori attivi e pensionati.
Secondo il Ministro Marian Jurecka, le modifiche proposte sono necessarie considerando che l'anno scorso il bilancio pensionistico ha registrato un deficit equivalente a un punto percentuale del Pil. Senza interventi tempestivi, si prevede che il sistema pensionistico registri un deficit annuale del 5% del Pil entro il 2060.
Tra le principali modifiche proposte vi è lo sblocco graduale dell'età pensionabile a partire dal 2030, portandola a 65 anni. Questo adeguamento sarà accompagnato da aumenti correlati all'aspettativa di vita. Inoltre, è prevista l'introduzione di un nuovo sistema di calcolo meno favorevole per i beneficiari delle pensioni, il che comporterà una riduzione del tasso di sostituzione dal sistema pubblico.
La riforma include anche un regime speciale per i lavori considerati usuranti, che dovrebbe coinvolgere circa 120.000 lavoratori. Tra gli aspetti più controversi della proposta vi è lo sconto sui contributi per i lavoratori che decidono di continuare a lavorare dopo aver raggiunto l'età pensionabile. Tuttavia, non verranno più forniti adeguamenti pensionistici per il lavoro svolto dopo il raggiungimento dell'età pensionabile.