Maria Cristina Falvella
Attaché Spaziale dell'Ambasciata Italiana a Praga
L’Italia ha solo alcuni addetti per lo spazio presso le sue missioni diplomatiche. Perché il ministero ha scelto Praga come una delle sedi per questo tipo di incarico?
Ad oggi sono state istituite 5 posizioni di addetto spaziale presso la rete delle nostre ambasciate. In ordine di istituzione: Washington, Bruxelles, Parigi, Praga e Tokyo. Ognuna ha una sua specifica ragione di posizionamento strategico. Tra tutte, la posizione a Praga è forse la meno scontata ma al tempo stesso la più promettente. Rappresenta la scommessa che il nostro Paese ha fatto sull’importanza dello spazio come infrastruttura abilitante per i servizi dell’Unione Europea. Praga è la sede dell’EUSPA, l’agenzia del Programma Spazio dell’Unione Europea, e gode di una inevitabile ricaduta di prossimità, ma è anche la capitale di uno dei Paesi più dinamici dell’Europa Centrale, proiettato in una trasformazione che inevitabilmente sfrutterà tecnologie e applicazioni satellitari e coinvolgerà tutti i Paesi che la circondano. Praga oggi è lo Spacegate per raggiungere l’Europa del futuro.
Attualmente, come si svolge la collaborazione spaziale a livello governativo tra la Repubblica Ceca e l’Italia? E a livello dell’Agenzia Spaziale Europea?
Il dialogo istituzionale nel settore spazio si è consolidato nel tempo. Nel 2016 l’Agenzia Spaziale Italiana, sotto l’egida del Ministero degli Esteri, e il Ministero dei Trasporti Ceco hanno sottoscritto un accordo per favorire la cooperazione istituzionale, accademica ed industriale. Questa cooperazione è stata facilitata dal fatto che entrambi i Paesi sono Membri dell’ESA e possono lavorare congiuntamente su progetti ad alto contenuto tecnologico ma si proietterà a breve anche nell’adesione a programmi di più ampio respiro finanziati dall’Unione Europea. I volumi di attività spazio nei due Paesi sono diversi ma in Repubblica Ceca abbiamo assistito ad una evoluzione qualitativa del coinvolgimento nel settore spaziale. Un esempio è lo sviluppo del dispenser del lanciatore Vega realizzato a Brno da S.A.B. Aerospace, un progetto che ha permesso di aprire un mercato di servizi di lancio per i piccoli satelliti innovativo nel panorama europeo.
Un fattore rilevante è la collaborazione a livello imprenditoriale. Quali altri margini di collaborazione vede?
Il cosiddetto New Space offre opportunità in teoria illimitate a chi lavora nel settore spaziale e a chi ha voglia di innovare utilizzando tecnologie e applicazioni space-derived. Molte delle soluzioni funzionali al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU passano per il coinvolgimento di PMI e start-ups che decidono di proporre, approfittando dei benefici della contaminazione e della cross correlation, risposte alternative e spesso anche complementari ai percorsi individuati nelle roadmap istituzionali.
Il governo ceco vuole investire nell’industria spaziale. Il settore italiano pronto a cogliere questa occasione?
Certamente. Si tratta di identificare obiettivi di medio e lungo termine su alcune delle grandi sfide comuni. Primo fra tutti, il programma di esplorazione robotica e umana che vede l’Italia leader in Europa. Ci sono poi le applicazioni. Tra le più importanti per la cooperazione bilaterale: l’Asset Tracking, ossia il monitoraggio satellitare dei flussi di merci in Europa, l’ERTMS/ETCS HD, il sistema di segnalazione dell’UE - gestito dalla costellazione Galileo - per l’interoperabilità del traffico ferroviario e la circolazione in sicurezza dei treni, l’Agrifood Tech per l’efficientamento dell’agricoltura di precisione e la tracciabilità della filiera.
Invece quali investimenti intende effettuare l’Italia nel settore spaziale? E quanto è aperto questo mercato anche alle imprese estere?
L’Italia è tra i pochi Paesi al mondo a disporre di una filiera completa: è l’effetto di lungimiranti decadi di investimenti che continuano nella sperimentazione d’avanguardia, nell’Esplorazione extraterrestre, nell’Osservazione della Terra ma anche nei settori applicativi come le Telecomunicazioni e la Navigazione satellitare. Il comparto nazionale è composto da aziende con portafogli e competenze diversificati; accanto ai grandi integratori ci sono le PMI e un crescente numero di ambiziose start-ups, un ecosistema industriale che punta a intercettare le opportunità di business offerte dalla combinazione di tecnologia digitale e spaziale. E‘ lo scenario ideale per le cooperazioni. Servirà però anche un atteggiamento proattivo da parte delle aziende ceche, interessate all‘innovazione come capacità di crescita ed evoluzione in un mercato sempre più user-oriented. L’Unione Europea ha destinato al settore spazio un budget pari a 14,8 miliardi tra il 2021 e 2027 e l‘ Italia ha investito oltre un miliardo delle risorse PNRR nel comparto spaziale. Siamo nel posto giusto e al momento giusto per consolidare rapporto storico sul dossier spazio guardando al percorso che ci aspetta nel prossimo decennio, dentro e fuori dalla Terra.