Le proteste e gli scioperi promossi in Germania dalla confederazione sindacale del settore manifatturiero, la IG Metall, arriveranno anche in Repubblica Ceca? A chiederselo sono i numerosi dirigenti aziendali.
Dalla scorsa settimana la principale confederazione sindacale del settore privato tedesco ha dato vita a numerose proteste e scioperi per il rinnovo dei contratti nelle aziende dell’industria metalmeccanica. I rappresentanti dei dipendenti chiedono un rialzo dei salari pari all’8% nei prossimi 27 mesi a fronte dell’offerta di un aumento del 6,8% avanzata dai datori di lavoro. I rappresentanti delle aziende tuttavia rifiutano categoricamente un’altra rivendicazione dei sindacati cioè la riduzione della settimana lavorativa a 28 ore, per un periodo massimo di due anni, per i lavoratori impegnati nella cura di bambini, anziani o malati. E’ la prima volta dal 1984, quando la durata della settimana lavorativa dei metalmeccanici tedeschi fu ridotta, con un accordo tra le parti, a 35 ore, che i sindacati avanzano una richiesta tanto impegnativa. La situazione sul mercato del lavoro tedesco è leggermente migliore rispetto a quella ceca, in evidente deficit di manodopera qualificata, quindi la riduzione dell’orario di lavoro per una fascia consistente di operai potrebbe mettere in difficoltà le aziende tedesche, già oggi in difficoltà ad evadere gli ordini nei tempi stabiliti.
La situazione in Germania viene seguita anche dai sindacati cechi che, soprattutto nel settore automotive, si preparano alle trattative per i nuovi contratti aziendali. Le rappresentanze sindacali ceche vogliono monetizzare la situazione sul mercato del lavoro soprattutto chiedendo aumenti delle tariffe base e dei benefit aziendali. Ad esempio nello stabilimento del consorzio auto TPCA di Kolín è stato raggiunto l’accordo di un aumento salariale pari al 16,4% diviso in due anni. Anche in altre grandi imprese si registrano aumenti a doppia cifra. Seguono con particolare attenzione la situazione in Germania soprattutto i sindacati delle aziende ceche di proprietà tedesca. Particolarmente intensa è la collaborazione transfrontaliera della Škoda Auto, dove i sindacati hanno avanzato una richiesta di aumento delle tariffe di base del 14% in un anno.
Questioni salariali a parte, ci sono delle differenze rispetto all’attuale situazione in Germania. In Repubblica Ceca le contrattazioni avvengono solitamente su scala aziendale, quindi è difficile che si verifichino azioni di sciopero coordinate in tutto il comparto. Inoltre i sindacati cechi mirano soprattutto a portare a casa dei forti rialzi salariali, mentre sono molto meno interessati alla questione dell’orario di lavoro e della sua riduzione. Unica eccezione è la Škoda Auto, dove rimane aperta la questione dei turni di notte. E’ sintomatico che nei vari messaggi di sostegno giunti dai sindacati cechi viene citata quasi esclusivamente la questione dei rialzi degli stipendi, mentre viene lasciata da parte la parte più controversa delle richieste dei sindacati tedeschi, ossia la riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore.
Fonte: www.reuters.com
Fonte fotografia: Ig Metall