Il primo luglio era prevista l’entrata in vigore della cosiddetta Restituční tečka, il blocco sulla cessione dei terreni nel quadro delle restituzioni dei beni sequestrati negli anni 1948 e 1989 per motivi politici. La questione riguarda soprattutto le persone che si sono viste confiscare terreni, i quali nel frattempo sono diventati non più fisicamente restituibili. La Corte Costituzionale, ha tuttavia abrogato il provvedimento con un possibile impatto anche sul mercato fondiario. Ne abbiamo parlato con Petr Peták, avvocato nello studio Spoladore & Bystřický, advokátní kancelář s.r.o.,socio Camic.
Cosa prevedeva esattamente la Restituční tečka?
«Nell’ambito della Restituční tečka era previsto un blocco sulla cessione dei terreni sostitutivi dei beni sequestrati tra gli anni 1948 – 1989. Il blocco doveva diventare operativo dal primo luglio 2018 e, in seguito, sarebbe stato possibile ottenere solo un risarcimento finanziario.»
Per quali motivi era previsto il blocco?
«La principale motivazione per cui doveva concludersi la cessione dei terreni sostitutivi, sosteneva che la Repubblica Ceca non avesse una quantità sufficiente di terreni di qualità da poter cedere. Ma secondo la Corte Costituzionale la Repubblica Ceca non è riuscita a dimostrare queste affermazioni.»
Ci sono stati altri motivi che hanno spinto la corte verso il rigetto?
«Un'altra motivazione è stata il fatto che la Restituční tečka avrebbe creato posizioni diseguali tra persone con gli stessi diritti. Il blocco avrebbe infatti diviso le persone che hanno diritto a un terreno sostitutivo in due gruppi: quelli a cui è stato effettivamente ceduto il terreno e quelli che non avrebbero ottenuto nessun terreno e, in aggiunta, non per colpa di mancanze loro. Con queste motivazioni la Corte Costituzionale ha disposto l’abrogazione della Restituční tečka. La cessione dei terreni sostitutivi quindi continuerà anche dopo il primo luglio.»
È possibile stimare quante persone saranno coinvolte da questa decisione?
«Stimare un numero preciso di persone coinvolte dall’abrogazione del blocco è difficile. Secondo il Fondo terriero nazionale, che gestisce la cessione dei terreni, sono in corso solo alcune decine di procedimenti amministrativi riguardanti i terreni sostitutivi. Dall’altra parte continuano a esserci circa 42.000 persone che hanno diritto a risarcimenti di beni confiscati tra gli anni 1948 e 1989.»
Fonte: Camic
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