Le imprese industriali hanno chiesto l’aumento delle quote per i lavoratori provenienti dai paesi non aderenti all’Unione Europea. L’Unione dell’Industria e del Trasporto richiede praticamente di raddoppiare le quote riguardanti otto paesi extracomunitari.
I rappresentanti delle aziende industriali vorrebbero aumentare le quote riguardanti il programma per i lavoratori qualificati di 5000 persone all’anno. Per quanto riguarda sette paesi su otto le quote previste sono già esaurite. Ad esempio la quota per la Moldavia dovrebbe triplicare a 3000 posti, quella del Kazakistan passare da 500 a 2000 persone e quella dell’India da 600 a 1500 posti. Secondo gli esponenti dell’associazione le imprese hanno già individuato i lavoratori da fare arrivare in Repubblica Ceca, ma non lo possono fare per l’esaurimento delle quote.
La situazione sul mercato del lavoro ceco, che registra da anni una forte mancanza di manodopera qualificata e non, non è migliorata in maniera significativa nonostante l’arrivo di diverse centinaia di migliaia di profughi dall’Ucraina. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali a trovare impiego sono stati in 107.000. “Il problema comune è che l’offerta dei posti di lavoro liberi solitamente non corrisponde alla qualificazione e alle possibilità dei rifugiati” ha indicato Rafaj. Secondo l’agenzia per l’impiego Grafton Recruitment, socio Camic, la guerra in Ucraina ha in parte peggiorato la situazione, in quanto una parte di cittadini ucraini sono rimasti bloccati nel paese. La legge marziale infatti vieta agli uomini adulti di oltrepassare i confini.
Fonte e fote fotografia: www.spcr.cz