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14.07.2016

La Repubblica Ceca entra tra le potenze spaziali grazie a SAB Aerospace

SAB Aerospace, importante realtà produttiva del cluster spaziale di Benevento, ha di recente deciso di puntare su Brno per la sua espansione all'estero. In particolare la società è diventata prime contractor di un progetto spaziale finanziato dalla Repubblica Ceca, che avrà così modo di entrare nel club dei Paesi attivi nell'accesso allo spazio. Ne abbiamo parlato con Lanfranco Zucconi, senior advisor della società.

 

Dott. Zucconi, qual è l'obiettivo del vostro investimento in Repubblica Ceca?

Il nostro obiettivo è venire in questo Paese e creare un'azienda dedita esclusivamente allo sviluppo di tecnologie e sistemi spaziali. In Repubblica Ceca il panorama delle aziende di questo settore è molto frammentato e praticamente pochissime società locali si occupano esclusivamente di spazio. Ciò quindi diminuisce il ritorno economico degli investimenti che il paese fa nell'ambito dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Vogliamo creare un'azienda che sappia gestire interi progetti e non solo delle piccole attività con scarso valore aggiunto.

Il vostro piano industriale prevede già progetti di questo tipo?

Sì. Abbiamo ottenuto l'approvazione e il finanziamento dalla Repubblica Ceca per il nostro progetto per il lancio multiplo di piccoli satelliti. Grazie alle nuove tecnologie la dimensione dei satelliti è diminuita di circa un ordine di grandezza e, di conseguenza, anche i costi di produzione. Tuttavia i lanci rimangono ancora molto costosi e quindi un solo lancio potrebbe, paradossalmente, venire a costare più del satellite. Il nostro progetto permetterà la messa in orbita, per ogni lancio del razzo spaziale europeo Vega, di fino a sedici satelliti distribuendo il costo su più unità. Questo progetto ha pertanto un'enorme importanza politica, industriale ed economica, favorendo l’ingresso della Repubblica Ceca nel mercato dei lanciatori spaziali e quindi nella politica industriale spaziale. Si tratta quindi di un progetto dalle grandi potenzialità economiche, soprattutto grazie a nuove iniziative private che richiedono il lancio di centinaia di satelliti commerciali nei prossimi anni.

Sul panorama spaziale si stanno affacciando diversi investitori privati. Quali saranno le ricadute sul settore che era solito vivere di commesse pubbliche?

Per le piccole e medie imprese si tratta di un’evoluzione interessante. Le aziende di questo tipo sono pronte a cogliere questa sfida perché hanno costi fissi bassi e solitamente un personale piuttosto giovane e flessibile. Lo dimostra anche il fatto che il progetto, di cui ho parlato poco prima, non è stato affidato ai giganti del settore spaziale europeo. Ovviamente l'entrata di soggetti privati crea maggiore spinta sul funzionamento di mercato, perciò dobbiamo essere più competitivi nei costi di sviluppo e soprattutto nei costi ricorrenti. SAB Aerospace ha anche il vantaggio di disporre di personale molto specializzato che ha lavorato con successo su diversi progetti spaziali. Una start-up senza esperienza non potrebbe mai vincere una tale commessa, in quanto la partecipazione alle attività spaziali è molto selettiva e di difficile accesso.

In Italia SAB Aerospace opera sul territorio di Benevento. Un contesto piuttosto defilato non vi sfavorisce sui mercati mondiali?

Assolutamente no. In Campania c'è una significativa presenza di grandi e medie industrie aeronautiche e spaziali. Inoltre la regione Campania riesce a supportare le attività di ricerca, alla base dell'industria aerospaziale, più di molte regioni del Nord Italia, grazie a risorse umane molto preparate e all'accesso ai fondi europei. E la nostra società è capace di suscitare l’interesse per il ritorno in Italia di molti colleghi che stanno lavorando all'estero.

Per tutta la Guerra fredda la corsa allo spazio era dominata dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica. Qual è la posizione dell'Europa in questo settore dopo la fine di questa bipolarità?

Bisogna distinguere due ambiti delle attività spaziali: quello istituzionale, rappresentato soprattutto dalle attività delle Agenzie Spaziali, e quello più legato ai servizi commerciali. Da quando esiste l’Agenzia Spaziale Europea, gli investimenti in attività spaziali hanno registrato una costante crescita. L’Europa si pone come player importante nello scenario mondiale ma con un budget ancora lontano dalle dimensioni americane. Dal Trattato di Lisbona inoltre la Commissione Europea investe direttamente in attività spaziali che portano servizi ai contribuenti. Si tratta del sistema di navigazione Galileo, dell'osservazione della terra e di altre tecnologie legate, per esempio, all'ambiente. Soprattutto nel settore della navigazione l'Europa si è battuta molto per avere una propria autonomia tramite il sistema europeo Galileo. Con il sistema GPS americano, una serie di applicazioni non erano realizzabili. L'entrata in servizio di Galileo invece permetterà lo sviluppo di nuove applicazioni e quindi l’erogazione di nuovi servizi innovativi

Negli ultimi anni assistiamo a una “corsa ai cieli” soprattutto grazie alla diffusione dei velivoli senza pilota in servizio per gli usi più disparati. Anche lo spazio diverrà sempre più affollato?

I settori più interessanti per il cittadino sono l'osservazione della terra, la navigazione satellitare, le telecomunicazioni e la meteorologia via satellite, che certamente stanno registrando una crescita. Si tratta spesso di costellazioni di satelliti in uso anche per scopi non commerciali, come per le rilevazioni ambientali. Ci sono esempi di costellazioni di satelliti per telecomunicazioni, che sono diventate totalmente obsolete con l'introduzione della tecnologia GSM, ma attualmente ne sono in costruzione di nuove per la fornitura del servizio internet a copertura globale.

Infine, perchè nell'investimento in Repubblica Ceca avete puntato su Brno?

A Brno abbiamo quasi tutti i nostri partners. Inoltre è una città, che ci offre molte opportunità in termini di infrastrutture, sostegno alla ricerca e manodopera specializzata. Stiamo anche discutendo collaborazioni  con il Politecnico di Brno per attività  di ricerca ed  anche per la selezione di personale. Nel funzionamento delle università in Repubblica Ceca abbiamo riscontrato molte caratteristiche simili al sistema italiano. In particolare il numero di laureati in Repubblica Ceca, in rapporto all’Italia, è molto limitato e ciò comporta per le aziende ad alta tecnologia serie difficoltà nel reclutamento delle risorse umane.

Fonte fotografia: Pixabay

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