La Camera dei Deputati ha approvato venerdì 7 giugno in terza lettura la nuova legge sugli incentivi pubblici agli investimenti. Il testo ora passa al Senato.
La nuova legge vede un notevole rafforzamento del governo nel sistema di incentivi pubblici agli investimenti. Le domande degli incentivi saranno gestite dal Ministero dell'Industria e del Commercio e dovranno essere approvate obbligatoriamente dal governo. A differenza dello stato attuale, la nuova legge non conterrà più una serie di parametri come il valore minimo d'investimento o il numero dei posti di lavoro creati per ottenere i suddetti incentivi. Questi parametri saranno stabiliti da una risoluzione del governo sulla base dell'evoluzione della produzione e della disoccupazione rendendo in questo modo il sistema più operativo.
Secondo il materiale di accompagnamento della legge, il sistema degli incentivi dovrebbe diventare molto più selettivo soprattutto per le imprese manifatturiere. Le imprese dovranno soddisfare nuovi criteri fissati dalla futura risoluzione del governo, tra cui l'ottanta percento di dipendenti con una remunerazione uguale o superiore allo stipendio medio della regione in cui si trova l'impianto, almeno il 10 percento di dipendenti laureati, almeno un accordo di collaborazione con università o centro di ricerca e almeno il due percento del personale dedito alla ricerca, sviluppo e innovazione. Viene invece abbandonato il criterio del numero dei posti di lavoro creati. I parametri per i centri tecnologici e i centri di servizi dovrebbero essere invece meno stringenti. Il testo di legge indica che la sovvenzione per il posto di lavoro creato dovrà essere versata solo in distretti con un tasso di disoccupazione uguale o superiore al 7,5 percento.
Nell'approvazione finale della legge hanno avuto poco successo gli emendamenti presentati dai parlamentari. Bocciati gli emendamenti del deputato Vojtěch Munzar (ODS) di abrogare il sistema di incentivi o di limitarlo solo alle piccole e medie imprese. Approvato invece un altro emendamento di Vojtěch Munzar, che toglie i centri di assistenza ai clienti dall'elenco di progetti sovvenzionabili. Ha avuto successo anche l'emendamento del deputato Pavel Juříček (ANO), secondo cui il governo dovrà mettere ai voti la domanda di incentivi entro tre mesi dalla sua presentazione al Ministero dell'Industria e del Commercio.
Fonte: www.ceskenoviny.cz
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