Il centro-est Europa rimane un'area chiave per l'economia europea. Lo sottolinea un nuovo rapporto di Deloitte.
Secondo l'analisi dell'agenzia di consulting, il centro-est Europa non è più la tigre economica dell'inizio secolo. «Nell'ambito europeo il centro-est Europa sembra l'area a più forte crescita del continente e sensibilmente più dinamica dell'eurozona, sebbene alcuni Paesi, come la Slovacchia, facciano parte dell'euro» sottolinea il rapporto. Tra i fattori di traino la forte crescita dei consumi e degli investimenti, oltreché la stabilità economica e disponibilità di manodopera qualificata a costi inferiori dei mercati dell'Europa occidentale. «Anche i rischi politici sembrano molto contenuti, soprattutto se comparati ad altre economie emergenti come il Sud Africa, Turchia, India, Russia o Messico» aggiungono gli analisti di Deloitte.
La Repubblica Ceca è senza dubbio l'economia più sviluppata della regione. Il suo PIL pro capite raggiunge i 25.000 euro all'anno, il valore più alto in assoluto nella regione. L'export invece sfiora 140 miliardi di dollari americani: la Repubblica Ceca è seconda solo alla Polonia (205 miliardi USD di export), che ha tuttavia una popolazione tre volte più grande e un PIL pro capite di soli 11.200 euro. «Il vantaggio chiave dell'economia ceca è la sua complessiva stabilità» nota Deloitte. Il Paese si fa forza del suo settore industriale molto forte, di un settore bancario solido e un livello infrastrutturale in ascesa.
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