La Repubblica Ceca ha registrato nel primo trimestre dell’anno il quarto rialzo più forte del costo del lavoro in tutta l’Unione Europea. Lo indicano i dati Eurostat.
Nei primi tre mesi dell’anno il costo medio di un’ora di lavoro nell’economia ceca (agricoltura e pubblica amministrazione escluse) è aumentato del 9% con un sensibile rafforzamento rispetto alla fine del 2017. Si tratta del quarto rialzo più alto in tutta l’Unione Europea dopo Romania, Lettonia e Ungheria. L’andamento dei salari in Repubblica Ceca si inserisce quindi in un quadro più ampio di convergenza salariale tra i paesi di nuova adesione e gli altri stati membri. La top ten dei maggiori rialzi salariali è occupata interamente dai paesi che hanno aderito all’UE dal 2004 in poi, mentre nei paesi del nucleo storico dell’Unione l’aumento resta sotto il 3%. La media europea rimane pertanto inchiodata al 2,8%.
Le differenze salariali tra le aree dell’Unione tuttavia rimangono ancora ampie. Con un costo del lavoro medio di 11,3 euro all’ora, la Repubblica Ceca occupa il nono gradino più basso nella classifica UE. Il dato rimane al di sotto della media UE, pari a 26,8 euro all’ora. A parte Estonia, Cipro e Slovenia, nessun altro paese di nuova adesione ha un costo unitario del lavoro più alto di quello ceco. I casi limite sul fronte dei Paesi aderenti prima del 2004 sono quelli di Grecia e Portogallo. In questi due paesi i salari sono scesi negli ultimi anni sotto la soglia di 20 euro all’ora, avvicinandosi a quelli dei paesi dell’Europa centrale e orientale.
Fonte: http://ec.europa.eu
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