Il municipio di Praga Capitale ha pubblicato sul web una breve guida per coloro che affittano o che prendono in affitto degli immobili tramite le piattaforme della sharing economy.
Il principale obiettivo della guida è ridurre la zona grigia, in cui si trova attualmente il settore. Secondo le stime del municipio, ogni anno le casse dei cittadini perdono 120 milioni di corone di imposte non versate. Inoltre, spesso non vengono rispettati altri obblighi di tipo amministrativo. «Molti fornitori degli alloggi condivisi non sono consapevoli o non hanno chiari i propri obblighi di legge», sostiene l’assessore del municipio di Praga Capitale Jan Wolf.
La guida, nella parte dedicata agli ospiti, si limita a riassumere alcune regole di buon vicinato, tra le quali il divieto di fumare della marijuana negli appartamenti, oppure, il rispetto del riposo notturno a partire dalle dieci di sera; nella parte dedicata ai proprietari o gestori degli immobili ricorda i principali obblighi amministrativi e fiscali: l’obbligo di versare la tassa di soggiorno, l’obbligo di segnalare i nominativi degli ospiti stranieri alla polizia e al municipio e quello di tenere un elenco dei clienti.
Particolarmente importante, soprattutto per le persone fisiche, è lo statement dell’Amministrazione Fiscale Ceca, che, in base a un verdetto della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, considera gli affitti a breve termine tramite le piattaforme della sharing economy non un’attività di affitto, ma bensì una fornitura di servizi. Pertanto, i proprietari o i gestori degli immobili devono versare i contributi e l’imposta sul reddito. Qualora la persona fisica si munisca di una licenza per l’attività autonoma (živnostenský list), può godere di una detrazione forfettaria delle spese del 60% dei ricavi, in altri casi la detrazione scende al 40% del valore complessivo dei ricavi.
Vedi la guida: sdileneubytovani.praha.eu
Fonte fotografia. Praha.eu