Il governo italiano ha presentato lunedì 26 aprile le priorità e le articolazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I particolari sono stati illustrati al parlamento dal premier Mario Draghi.
Il piano avrà a disposizione da Bruxelles risorse a fondo perduto e prestiti agevolati per oltre 191 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno almeno 30 miliardi di euro di risorse nazionali. Complessivamente quindi saranno a disposizione almeno 222 miliardi di euro spendibili nei prossimi sei anni. Il piano servirà, come ha sottolineato Draghi, sia al recupero dell’economia dopo la pandemia, sia ad affrontare le difficoltà strutturali dell’Italia.
“Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme” ha sottolineato Draghi. Tra le principali riforme il premier ha indicato quella della giustizia, della pubblica amministrazione e la semplificazione burocratica e legislativa.
Per quanto riguarda gli investimenti il governo ha individuato sei aree di investimento. Le risorse più cospicue, circa 70 miliardi di euro, andranno ai progetti collegati alla transizione ecologica. Altri cinquanta miliardi sono destinati alla digitalizzazione e supporto dell’innovazione. Circa trenta miliardi andranno alle infrastrutture di mobilità sostenibile, soprattutto ferrovie, e altrettante risorse sono destinate alla ricerca e istruzione. Per i progetti di inclusione, politiche del lavoro e welfare sono stanziati 22 miliardi di euro e per la sanità 18,5 miliardi di euro.
“Nel 2026 il PIL sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano” ha detto Draghi. L’occupazione potrebbe essere superiore del tre percento. L’impatto concreto del piano però dipenderà dalla qualità dei progetti realizzati e dall’esito delle riforme prospettate.
Fonte: www.governo.it
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