La tassazione complessiva del lavoro in Repubblica Ceca è troppo alta. Lo indica un recente studio di Mazars, socio Camic.
Secondo il raffronto tra i Paesi dell'area est-europea elaborato da Mazars, il livello di tassazione del lavoro in Repubblica Ceca sarebbe il secondo più alto, subito dopo la Slovacchia. I contributi e le tasse ormai raggiungono quasi il quaranta percento del costo del lavoro: per 40.000 corone di costo del lavoro, il dipendente ne porta a casa poco più di 22.000. I dati sono confermati anche dal Ministero delle Finanze: i contributi sociali e sanitari rappresentano il 34% del salario, il secondo dato più alto in Europa dopo la Francia. L'imposta sul reddito è invece piuttosto bassa con un’aliquota unica effettiva del 16,7% sotto la media dell'Unione Europea.
«Un'eccessiva tassazione del lavoro rende vulnerabile l'economia ceca», concordano gli imprenditori. «L'attuale livello di tassazione del lavoro rende le aziende ceche meno competitive sui mercati internazionali e il Paese meno attraente per gli investitori esteri rispetto ad altri Paesi dell'Europa centrale e orientale» avverte il presidente della Camera Italo-Ceca Gianfranco Pinciroli. Un'elevata tassazione indebolisce anche gli incrementi salariali, che sono al momento spinti dalla mancanza di manodopera sul mercato del lavoro «Il costo e il livello della vita continuano ad aumentare, e quindi anche le esigenze salariali dei dipendenti crescono – nota Pinciroli – Per gli imprenditori però diventa difficile far fronte a tutte queste esigenze con contributi per il lavoro così alti. Tra le aliquote delle altre tasse, come quella sul reddito, e i contributi, c'è un evidente disparità». In questa situazione su un aumento salariale di dieci corone, sei finiscono nella tasca del dipendente e quattro nelle casse dello stato.
La questione è venuta alla luce anche nel dibattito politico della campagna elettorale prima delle elezioni alla Camera dei Deputati di fine ottobre. I partiti di centrodestra, compreso il movimento Ano di Andrej Babiš, prevedono tutti degli sgravi sulla tassazione e contributi sul lavoro. Ano e ODS puntano soprattutto su sgravi fiscali, mentre il partito TOP 09 vorrebbe ridurre i contributi finanziando in parte le pensioni con l'IVA. A sinistra invece i socialdemocratici i comunisti sono contrari a ogni modifica. I partiti di centro, come i popolari di KDU-ČSL, sono a favore di sgravi per i genitori. La questione non è di facile soluzione, perché il conto pensionistico continua a rimanere in deficit nonostante l'aumento della base imponibile, l'alto livello di contribuzione e l'occupazione ai record storici.
Fonte: Camic
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