I due principali partiti cechi, i socialdemocratici (CSSD) e il movimento ANO di Andrej Babiš, vogliono abbandonare l'aliquota unica del 15% sui redditi prodotti dalle persone fisiche. La flat tax è stata introdotta nel 2007 e quest'anno festeggia il suo decimo compleanno.
I primi a partire a passo di carica contro l'aliquota unica sono stati i socialdemocratici, che tradizionalmente preferiscono un sistema ad aliquote crescenti. Il premier Bohuslav Sobotka ha presentato un sistema a quattro aliquote: per le persone con uno stipendio superlordo (stipendio lordo più contributi) inferiore a trentamila corone mensili i socialdemocratici vogliono introdurre un'aliquota del 12%, mentre per quelle con un reddito superiore a cinquantamila corone mensili scatterebbe l'aliquota del 32%. In mezzo le aliquote del 15% (30-40.000 CZK) e del 25% (40-50.000 CZK). I socialdemocratici prevedono l'abbandono anche dell'aliquota unica per i redditi prodotti dalle persone giuridiche e una tassa bancaria. «La nostra riforma delle imposte avrà una ricaduta zero sui bilanci pubblici» assicura il segretario generale della CSSD.
A controbattere ai socialdemocratici è stato il movimento ANO di Andrej Babiš, riunito a congresso lo scorso fine settimana. Secondo Babiš dovrebbe essere mantenuta l'attuale aliquota del 15% più la tassa solidale del 7% per le persone con reddito mensile superiore a 113.000 corone mensili, mentre per il resto della popolazione l'imposta sul reddito dovrebbe calare. «Vogliamo un ambiente fiscale stabile a lungo periodo» ha sottolineato il leader di ANO. Viste le intenzioni dei due maggiori partiti politici cechi, il futuro della flat tax non sembra affatto roseo.
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Fonte fotografia: Vláda CR