L'azienda mantovana Bottoli Costruzioni è dal 2007 presente sui mercati del centro Europa tramite la sua controllata slovacca HLG Stav Bottoli. In Repubblica Ceca l'azienda sta seguendo appalti importanti come la ristrutturazione dell’Hotel President a Praga o l'ampliamento dello stabilimento Tecnocap nel sud Boemia. Ne abbiamo parlato con l’Ing. Francesco Bottoli, amministratore delegato dell'azienda.
Il vostro progetto più grande in Repubblica Ceca è la ristrutturazione dell’hotel President nel centro di Praga. Quali lavori sono previsti?
«La ristrutturazione prevede l'intervento su tre parti. Realizzeremo il nuovo ingresso dell'hotel, il nuovo rivestimento delle facciate, che ha un peso significativo nel valore estetico dell'edificio e, infine, verrà costruito sulla copertura esistente un nuovo piano con sei camere suites e un nuovo skybar con vista panoramica sul Castello e Malá strana. Il progetto è molto impegnativo, in quanto siamo nel cuore del centro storico di Praga con i numerosi vincoli di tutela e di limitazione degli spazi ad uso cantiere. Inoltre per tutta la durata dei lavori l'albergo rimarrà in funzione. Infine si tratta di una ristrutturazione di qualità molto alta con materiali di rifinitura di lusso. Ed è questo uno dei motivi, per cui il committente ha preferito le nostre competenze e la qualità del Made in Italy».
Un altro progetto che state seguendo sul territorio ceco, è l'intervento sullo stabilimento di Tecnocap. Come riuscite a seguire ambiti così diversi?
«Tecnocap è attualmente uno dei nostri principali clienti e stiamo terminando l'ampliamento del loro sito produttivo. Nel settore industriale abbiamo realizzato numerosi progetti, sia in Italia che all'estero. I fabbricati industriali rappresentano circa la metà del nostro fatturato, mentre il restante cinquanta percento è rappresentato da edifici civili e ristrutturazioni. Pertanto abbiamo competenze in entrambi i settori. Inoltre in Slovacchia abbiamo realizzato anche tre appalti pubblici, tra cui la ristrutturazione di una scuola, la costruzione di una caserma di vigili del fuoco e di un kulturní dom. In generale puntiamo su clienti di media grandezza, ossia imprese private attive nei servizi e nell'industria».
Che cosa vi contraddistingue nella realizzazione di impianti industriale?
«Il nostro tratto distintivo è l'organizzazione, essa rappresenta il nostro Made in Italy. Garantiamo al cliente il rispetto dei tempi e dei budget. E tutto ciò anche nel settore industriale, dove i clienti premono per tempi quanto più corti per poter mettere in funzione le nuove linee di produzione. Nei confronti dei nostri clienti abbiamo pertanto la massima onestà intellettuale nella previsione di costi, tempi e della qualità dell'opera. Ovviamente seguiamo i trend del settore come materiali ecosostenibili e ad alta prestazione o una maggiore attenzione a temi come il consumo energetico. A volte quindi proponiamo ai progettisti locali soluzioni migliorative sotto l'aspetto energetico ed economico, frutto della nostra esperienza. In generale, riusciamo a essere maggiormente competitivi proprio nei progetti ad alta qualità».
Non crea difficoltà alla vostra organizzazione la situazione sul mercato ceco, dove spesso manca non soltanto la manodopera, ma anche i materiali da costruzione?
«Abbiamo una base stabile di operai slovacchi e ungheresi che ci seguono anche nei progetti che realizziamo in Repubblica Ceca. All'occorrenza, quando si tratta di lavori particolarmente complessi, facciamo venire dall'Italia dei capicantiere. Inoltre troviamo fornitori locali, a cui offriamo una partnership affidabile e solida. Pertanto risentiamo meno della mancanza di manodopera locale. Sul mercato si sta tuttavia verificando un rialzo dei prezzi di costruzione sproporzionato. Ormai ci sono alcuni costi decisamente superiori rispetto a quelli italiani, penso ad esempio al noleggio di attrezzature specializzate. Abbiamo verificato anche la mancanza dei materiali da costruzione. Ad esempio alla Tecnocap, per rispettare i tempi di consegna, abbiamo dovuto acquistare materiali semplici, come i mattoni, dall'Italia. E li abbiamo pagati anche meno che sul mercato ceco, nonostante i costi di trasporto, che nel caso di materiali poveri come mattoni incidono molto. In condizioni normali compriamo in Italia solo i materiali di alta gamma».
Infine, perché avete deciso di espandervi sui mercati esteri? La crisi del mercato italiano ha inciso su questa scelta?
«La nostra azienda ha più di cent'anni di storia e quando abbiamo deciso di espanderci all'estero il mercato italiano non era in crisi. Avevamo però voglia di aprirci a nuovi mercati, dove far valere le nostre competenze. Abbiamo puntato su una regione geograficamente vicina, come quella del centro Europa, con una politica stabile, una buona economia di mercato e con un'affinità culturale. Io personalmente sono poi venuto a Praga nel 1997 e ho vissuto in città per dieci mesi. Per la nostra azienda non è stato quindi difficile arrivare su questi mercati».
Fonte: Camic
Fonte fotografia: HLG Stav Bottoli