L'architetto Barbora Léblová, socio Camic, trova l’ispirazione per il suo design d'interni nello stile minimalista italiano. La sua attività principale riguarda la progettazione di interni di case e appartamenti privati, uffici, showroom e ristoranti. Per il suo design ha ricevuto il prestigioso premio Casalgrande Padana e i suoi interni per la sede della società Fidurock sono stati tra i finalisti del concorso Ufficio dell'anno. Con l'architetto Léblová abbiamo parlato della disponibilità dei cechi a investire in interni di qualità.
Architetto, di cosa si sta occupando attualmente?
Il mio progetto attuale più significativo è la progettazione completa degli interni di un attico a Vinohrady. È una casa bellissima e sotto tutela culturale, e dobbiamo tenere conto di ciò nel progetto per capire come conciliare le esigenze attuali dei proprietari con le condizioni create dal sito storico. Tuttavia, oltre alle ristrutturazioni, mi occupo anche di progetti completamente nuovi. Succede che un architetto, progettando una nuova casa o una villa, mi chiami a collaborare con lui per creare gli interni. Attualmente sto anche ristrutturando una villa fuori Praga e mi occupo dell’arredo per un appartamento in un progetto di sviluppo immobiliare. Un altro progetto molto interessante è la collaborazione per gli interni della storica villa Storch a Zbraslav a Praga. Al momento stiamo anche avviando un progetto molto interessante di showroom per elettrodomestici da cucina di fascia alta, che attualmente non sono rappresentati in Repubblica Ceca. Nel mio portfolio ho progetti sia privati che aziendali, tra cui predominano gli uffici. È fantastico quando si possono alternare progetti così diversi rinfrescando così le idee. Per quelli più grandi, il mio studio viene ampliato con collaboratori, altrimenti lavoro con uno o due colleghi ed eventualmente professionisti esterni.
Gli uffici sono una parte importante dei suoi progetti. Ci sono tendenze degne di nota in quest'epoca post-pandemia, in cui le aziende stanno ancora valutando come dividere il lavoro tra smart working e ufficio in presenza?
L'atteggiamento delle aziende nei confronti dello smart working non è univoco, ma sicuramente è aumentata l'attenzione alla qualità degli ambienti di lavoro e degli spazi dove potersi rilassare o mantenere i rapporti con i colleghi. Ad esempio nella mia realizzazione per Fidurock, c'è una piccola palestra, uno spazio per il calcetto e un'area lounge separata. Negli ultimi tempi l'attività edilizia in questo settore è stata limitata e alcuni progetti si sono addirittura fermati. Tuttavia, c'è ancora bisogno di spazi per uffici e molte aziende si stanno espandendo.
E vede qualche tendenza in atto nella sfera degli arredi privati?
Una delle tendenze è il minimalismo, che anch'io seguo, pur nella concezione italiano e più elegante. Stanno emergendo anche interni più giocosi e colorati. Personalmente, sono piuttosto parsimoniosa quando si tratta di colori e tendo a far risaltare negli interni, se ce n'è la possibilità, l'arte, ad esempio con quadri e sculture. Secondo il mio parere, il meglio è quando il colore dell'interno viene espresso in combinazione con un manufatto o un elemento di design di grande effetto. Vedo un grande cambiamento anche in questo senso e ci sono sempre più spesso clienti che fin dall'inizio hanno l’intenzione di incorporare l’arte di qualità nei loro interni. Nei migliori dei casi a un certo punto ci mettiamo in contatto con un gallerista scelto e lavoriamo insieme sul concetto artistico di tutto l’interno.
La disponibilità dei cechi a investire negli interni delle loro abitazioni sta cambiando nel tempo?
L'attenzione e l'approccio all’abitazione stanno sicuramente diventando più sofisticati. Un progetto si basa sempre su un budget specifico. Può quindi capitare che anche clienti molto facoltosi dichiarino di voler fissare un budget inferiore per la loro terza casa rispetto alle due precedenti. È sempre importante conoscere le preferenze del cliente, cosa predilige, e decidere cosa enfatizzare di conseguenza.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Quale significato hanno per lei?
Apprezzo molto i riconoscimenti. Alcune volte non mi aspettavo affatto di ricevere un particolare premio. Nel caso dell'Ufficio dell'anno, ad esempio, l'azienda ha inserito il suo ufficio in concorso senza dirmelo prima. Il premio più sorprendente per me è stato il Casalgrande Padana, un concorso internazionale molto prestigioso organizzato da un'azienda produttrice di piastrelle con sede in Italia. Al concorso, a cui partecipano designer e architetti di tutto il mondo, ho inviato un progetto di bagno di mia realizzazione per la residenza Central Park. Ho vissuto un'esperienza molto bella alla cerimonia di premiazione presso il museo Mudec di Milano. Tengo in grande considerazione anche il premio internazionale di Big See Interior Design per il progetto di conversione dell'appartamento di un proprietario di fabbrica. Voglio menzionare anche il mio progetto di interni per l’ampliamento di una casa a schiera a Slivenec, riportato nella selezione annuale Best Projects del portale Archilovers.
Lei ha studiato in Italia. L'Italia è ancora una fonte di ispirazione per il suo lavoro? Integra alcuni elementi italiani nei suoi interni?
L'Italia ha avuto una grande influenza su di me perché ci ho vissuto per quasi dieci anni. Ho studiato in Italia e poi ho lavorato a Roma nello studio di Carlo Berarducci. Il design italiano continua a piacermi. In esso si manifesta la tempra degli italiani e una certa giocosità, come dimostra il lavoro di Achille Castiglioni, i cui prodotti funzionano molto bene e sono giocosi. Nel mio lavoro utilizzo quindi una serie di prodotti ed elementi italiani. Per esempio, mi piace molto il lavoro di un produttore italiano di piallaccio, i cui prodotti sono molto belli e di alta qualità. Non riesco a immaginare un bagno che non abbia qualcosa di italiano, dalle piastrelle alla rubinetteria. Ma di prodotti ce ne sono molti altri.
Ha una cerchia di fornitori consolidata o è sempre alla ricerca di nuove ispirazioni?
Seguo un certo numero di aziende e fornitori. Ma capita di scoprire qualche novità. Questo accade spesso al Salone del Mobile di Milano, dove vado regolarmente con mio grande piacere. Mi piace anche visitare i produttori, che spesso sono aziende a conduzione familiare che magari esistono da diverse generazioni. Presso questi produttori italiani si può notare un incredibile sviluppo, passione ed entusiasmo. Il risultato è un prodotto funzionale e dall'innegabile valore estetico. Sono anche molto felice di lavorare con clienti della comunità italiana, perché spesso siamo sintonizzati sulla stessa onda.
Fonte fotografia: Michael Tomes