I ministri degli esteri dell’Unione Europea hanno trovato un accordo durante il vertice informale a Praga sulla questione dei visti ai turisti russi.
I ministri degli esteri si sono messi d’accordo sulla sospensione di un regolamento del 2007 che rendeva più facile per i cittadini russi ottenere un visto turistico per l’area Schengen. Questo comporterà un aumento dei costi, della burocrazia e soprattutto dei tempi d’attesa per i richiedenti del visto. La decisione è un compromesso tra la posizione di paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia, gli stati baltici o la Finlandia, che volevano una chiusura totale delle frontiere, e i paesi come Francia e Germania, che consideravano la misura troppo indiscriminata. Secondo i sostenitori della proposta bisogna far comprendere anche ai “normali cittadini russi” che la guerra del Cremlino contro l’Ucraina è inaccettabile. Secondo il responsabile del servizio diplomatico dell’Unione Europea Josep Borrell la misura porterà a una forte riduzione del numero dei visti rilasciati.
La Repubblica Ceca ha provveduto a poche settimane dall’inizio della guerra in Ucraina a sospendere il rilascio dei visti ai turisti russi e a chiudere lo spazio aereo alle compagnie aeree russe. Prima della pandemia e della guerra i russi erano tra i principali gruppi del turismo incoming in Repubblica Ceca. Con 565.000 arrivi nel 2019 era il terzo paese di provenienza con una buona capacità di spesa pro capite.
Fonte fotografia: ec.europa.eu