Il Ministero del Lavoro sta preparando nuove regole per regolamentare lo smart working. Tra le novità il pagamento di una quota ai dipendenti per i costi sostenuti per il lavoro svolto da casa.
Il Ministero del Lavoro sta preparando le nuove regole, che verranno inserite in una modifica del Codice del Lavoro. “Sarei contento, se entrasse in vigore dal primo gennaio 2023” ha dichiarato il ministro del lavoro e degli affari sociali Marian Jurečka. La principale novità del testo è il versamento obbligatorio ai lavoratori di una quota minima per i costi sostenuti, tra cui le spese per il riscaldamento, la luce o l’acqua. La quota minima proposta dal ministero è di 2,80 corone per ogni ora di lavoro iniziata. La quota non farebbe parte dello stipendio, quindi sarebbe esentata dal versamento dei contributi.
Il testo prevede anche che il datore di lavoro e il dipendente stipulino un accordo, che fissi le principali caratteristiche del lavoro agile, tra cui la reperibilità e l’orario di lavoro, il luogo, dove viene svolto il lavoro da remoto, o le modalità di comunicazione.
Secondo una recente indagine effettuata per Raiffeisenbank, socio Camic, circa il 29 percento dei dipendenti cechi ha la possibilità di lavorare da remoto. Solo il 18 percento dei dipendenti però usufruisce in maniera ricorrente di questa possibilità. Alcuni dipendenti preferiscono recarsi sul luogo del lavoro, ad esempio per mancanza di spazi adeguati in casa.
Fino all’epidemia di covid-19 lo smart working era percepito come un benefit aziendale. Con l’epidemia è diventato una parte strutturale dell’organizzazione del lavoro in molte società. Secondo gli esperti la crisi energetica potrebbe spingere una parte delle imprese a reintrodurre lo smart working per alcuni lavoratori. Ad esempio, le università ceche hanno già annunciato di valutare la reintroduzione dell’insegnamento a distanza per via degli alti costi della luce e del riscaldamento.
Fonte: www.irozhlas.cz