Il carbone continua ad avere un ruolo fondamentale nella produzione di energia elettrica in Repubblica Ceca, mentre il gas ha un peso ridotto. Lo indica il rapporto dell’Authority per l’Energia Ceca (ERÚ).
Nel 2021 la produzione energetica ceca è aumentata di oltre il 4 percento a circa 85 TWh. Circa il 37 percento della produzione era garantito dalla lignite e il 3 percento dal carbone fossile. La seconda fonte più rilevante è stata il nucleare, con una quota del 36 percento. Il gas ha rappresentato solo l’8 percento dell’energia elettrica prodotta, aumentando pertanto la resilienza del paese rispetto ad eventuali tagli di fornitura. Le fonti rinnovabili hanno invece prodotto il 12 percento di elettricità, con un aumento del 2,5 percento rispetto al 2020. All’interno delle rinnovabili hanno un peso simile le fonti fotovoltaiche, le centrali idroelettriche e quelle a biomassa o biogas.
In aumento anche il consumo netto di energia elettrica, che ha raggiunto i 62 TWh. Circa un terzo dei consumi è riconducibile all’industria e un 29 percento alle famiglie.
In futuro il paese prevede di eliminare il carbone dal suo mix energetico. Secondo Daniel Beneš, CEO del gruppo ČEZ, il più grande operatore energetico nel paese, l’azienda potrebbe cessare l’utilizzo del carbone nel 2033. Una precedente commissione governativa aveva prefissato il 2038 come l’anno di fuoriuscita dal carbone del paese. Gli operatori che utilizzano questa fonte devono tuttavia far fronte a sempre maggiori complicazioni, ad esempio sul versante dei finanziamenti e delle assicurazioni.
A crescere nei prossimi anni, invece, dovrebbe essere il peso delle fonti rinnovabili e del nucleare. Il gruppo ČEZ sta preparando i bandi per l’ampliamento della centrale nucleare di Dukovany. In futuro, inoltre, punta su reattori modulari di piccola taglia, una tecnologia molto promettente di cui però non è nota la data di entrata in funzione.
Fonte: www.ceskenoviny.cz
Fonte fotografia: ČEZ
