Viste le difficoltà nel reclutare il personale dall’Ucraina, il governo ceco dovrebbe aumentare le quote di entrata per i lavoratori di altri paesi non appartenenti all’Unione Europea. Lo indica l’agenzia Grafton Recruitment, socio Camic.
A causa della guerra il reclutamento dei lavoratori dall’Ucraina si è praticamente fermato. Per ora non è migliorata la situazione neppure con l’arrivo in Repubblica Ceca di oltre 300.000 profughi ucraini, di cui la metà sono bambini. Il paese dell’est Europa ha un peso determinante nelle quote dei lavoratori provenienti dagli stati extra UE. Nel programma per l’assunzione di lavoratori qualificati, l’Ucraina dispone di una quota di 40.000 persone e altri sette paesi di 10.000 persone complessive.
La mancanza di lavoratori dall’Ucraina potrebbe mettere in difficoltà le imprese ceche, che con dipendenti provenienti da questo paese lenivano la mancanza di manodopera in Repubblica Ceca. Le imprese inoltre temono che l’Ucraina richiami alle armi in maniera più decisa gli uomini che lavorano all’estero. “L’unica soluzione giusta è aumentare le quote per i lavoratori di altri paesi” sostiene il direttore di Grafton Recruitment, Martin Malo. Secondo Malo, le quote potrebbero aumentare nel caso di alcuni altri paesi dell’ex Unione Sovietica o dell’Asia. Un esempio è la Polonia, che ha aperto maggiormente il suo mercato del lavoro a lavoratori qualificati provenienti dalla Moldavia, Kazakistan e altri stati asiatici.
Fonte: www.grafton.cz
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