Nell’ambito del terzo pacchetto fiscale preparato dal Ministero delle Finanze per sostenere l’economia colpita dall’epidemia del nuovo coronavirus è stato introdotto un nuovo istituto fiscale, il riporto all’indietro delle perdite il cosiddetto loss carry-back. Abbiamo chiesto a Luca Savino, fondatore di Savino & Partners, socio Camic, di spiegarci, quale utilizzo ne potranno fare le imprese.
Dott. Savino, come funzionerà questo loss carry-back?
Il nuovo pacchetto di agevolazioni che è attualmente allo studio del Parlamento e che dovrebbe essere approvato nel mese di luglio, prevede che le perdite, che matureranno nel corso del primo semestre 2020 e causate dal lockdown, potrebbero essere utilizzate come una sorta di credito d’imposta. Infatti, se le imprese nel corso del biennio 2018 e 2019 avessero realizzato degli utili ed avessero conseguentemente versato delle imposte, l’ammontare pagato potrebbe essere oggetto di richiesta di rimborso da parte delle imprese nel corso del 2020. In pratica il fatto di poter registrare una perdita nel 2020, consentirà di richiedere la parte versata in precedenza. Quindi se un’azienda ha realizzato una perdita di un milione di corone nel 2020 e nel 2019 ha pagato un’imposta sul reddito di 190.000 corone ceche, potrà chiedere all’Amministrazione Fiscale un rimborso di 190.000 corone ceche. La somma rimborsabile è determinata dalla perdita realizzata nel 2020, da quanto versato come imposta sul reddito negli anni 2018 e 2019 e da un tetto massimo di 30 milioni di corone di perdita ammortizzabile tramite il nuovo istituto. Il tetto è stato introdotto alla Camera de Deputati dai partiti della maggioranza governativa e potrebbe subire modifiche nell’iter legislativo. Le imprese che non hanno utili nei due esercizi precedenti potranno comunque riportare la perdita sugli esercizi successivi come prevedono le norme già in vigore.
Il nuovo istituto è quindi utilizzabile solo dalle imprese che hanno realizzato utili nel 2018 e 2019? E quali sono i vantaggi o gli svantaggi del suo utilizzo?
Questo è l’orientamento. In questo modo la misura è mirata alle aziende, che godevano di buona salute prima dalla pandemia, mentre – comprensibilmente – resterebbero fuori le imprese, che erano già in difficoltà. Il principale vantaggio è la possibilità per le imprese di ottenere altre risorse dallo Stato, mentre non mi pare che ci siano svantaggi.
Il riporto all’indietro delle perdite rimarrà nell’ordinamento fiscale ceco anche dopo la crisi del Covid?
Sì, il nuovo istituto dovrebbe diventare parte stabile dell’ordinamento. Il testo legislativo contiene solo la norma transitoria, per cui le perdite generate entro il 30 giugno 2020 potranno essere ammortizzate prima della fine dell’anno fiscale. In questo caso la perdita diminuirà la basa imponibile del solo anno 2019. Inoltre l’utilizzo del loss carry-back può essere combinato con altre misure di sostegno statali come il programma Antivirus, il bonus per gli imprenditori autonomi o le linee di credito agevolate o garantite dallo Stato.
Le imprese che usufruiranno del riporto all’indietro delle perdite devono attendersi maggiori controlli dalle autorità fiscali?
Questo è possibile. L’Amministrazione finanziaria procederà a controlli volti a verificare in che modo e in che periodo si sono generate le perdite che le imprese hanno evidenziato. Molto importante è comprendere il periodo in cui si è generata la perdita. Superato questo punto, per le imprese non si dovrebbero presentare problematiche particolari.
Fonte: Camic, Savino & Partners
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