Il sistema bancario è chiamato a svolgere un ruolo molto attivo nell'affrontare le conseguenze economiche dell'epidemia di coronavirus. In Repubblica Ceca, poi, sta per entrare in vigore la legge sulla moratoria del pagamento dei mutui e prestiti. Ne abbiamo parlato con Stefano Burani, country manager per la Repubblica Ceca di VÚB a.s. - gruppo Intesa Sanpaolo, socio Camic.
In che modo la sua banca si sta preparando alla moratoria?
Posso dire che Carlo Messina, consigliere delegato del gruppo Intesa Sanpaolo (che comprende la principale banca italiana e tutte le sue sussidiarie all’estero), ha subito impartito precise „istruzioni di comportamento“: la pandemia avrà un impatto enorme sull’economia globale e faremo di tutto per capire i bisogni dei nostri clienti senza „lasciar indietro“ nessuno. In tal senso, confermo che anche prima dell’emanazione della specifica legge in Repubblica Ceca, che rappresenta per noi un de-minimis, avevamo già concesso una certa flessibilità ad alcuni clienti estendendo la moratoria – nei casi in cui abbiamo rinvenuto una necessità concreta – oltre alle rate di capitale, anche al pagamento di interessi e spese accessorie.
Secondo lei la moratoria è stata impostata in maniera giusta? O la platea sembra troppo ampia?
In inglese si dice „yes&no“. L’applicazione della moratoria ha carattere generale ma, dal mio punto di vista, quanto all’impostazione il legislatore forse poteva fare di meglio. Il fatto di rimandare il rimborso di una rata di capitale per x mesi è certamente un buon aiuto per l'imprenditore, ma forse valeva la pena includere anche la sospensione (certamente non di rinuncia) del pagamento di interessi e spese, vista la condizione di totale fermo in cui versano alcune aziende. La moratoria tratta poi dei soli prestiti a medio/lungo termine, ivi incluso i mutui immobiliari. Rimane da vedere come si comporteranno le banche nei confronti delle cosiddette linee di credito „a breve“ (working capital, scoperti di conto), posto che il peggiorare della situazione economica e patrimoniale impatta sul rating del cliente e questo – almeno in tempi normali – porterebbe la banca a chiedere il rientro del credito e/o richiedere garanzie suppletive. Anche qui, posso parlare per la nostra Banca, che in via generale adotta un atteggiamento responsabile, certamente per motivi di etica ma anche perché è una delle realtà più solide e patrimonializzate in Europa.
Certamente la platea è molto ampia ed il peso non potrà esser lasciato sulle spalle delle banche, che potranno gestire la propria „liquidità“ solo con l’aiuto di misure straordinarie di sostegno. Immagini che la disponibilità di una banca per far credito è come ... un secchio di acqua. È di per sé limitato, ma fortunatamente le banche sono – grazie a buoni regolamenti – obbligate a tenere ampi margini operativi. In tal senso, in tempi normali, il secchio non viene mai svuotato completamente poiché si tengono delle riserve. Ora, se i rimborsi dei clienti vengono a cessare per i provvedimenti ex-lege di cui sopra, in mancanza di politiche monetarie (che comunque sono già allo studio) il meccanismo si inceppa e la banca va in crisi di liquidità: in altre parole il secchio si svuota rapidamente. Peggio andrebbe se chi ha prestato i soldi alla banca (i depositanti) avessero dubbi sulla solidità della banca stessa. È quello che successe nel 2008 a tante banche (e non al nostro gruppo, per dirla tutta). Al momento questo scenario non è in discussione poiché il sistema è generalmente solido.
Secondo lei, scaduto il periodo della moratoria, le imprese saranno in grado di sostenere i loro obblighi verso le banche o comunque prevede una fase di rinegoziazioni dei mutui?
La situazione in cui viviamo ha accelerato drammaticamente una contrazione del ciclo economico che comunque prima o poi si sarebbe vista anche in Repubblica Ceca. Non so se basteranno sei mesi, probabilmente no. Penso saranno necessari ulteriori provvedimenti in misura stabile atti a immettere liquidità nel sistema per un lungo periodo. Grandi ulteriori atti di responsabilità saranno richiesti a quelle banche che se lo potranno permettere. Ma la teoria dei cicli economici ci dice che dopo una regressione c’è un periodo di crescita e tanto più severa è la contrazione, tanto più forte potrebbe esser la ripresa. Ma quando questo avverrà, personalmente proprio non sono in grado di prevederlo.
Fonte: Camic
Fonte fotografia: cnb.cz