Il secondo governo guidato da Andrej Babiš fa fronte alla prima mozione di sfiducia. Il voto dovrebbe arrivare nella giornata di oggi, venerdì 23 novembre.
Il voto di sfiducia è stato indetto dalle opposizioni unite dopo la pubblicazione sul portale Seznamzpravy.cz del colloquio tra i giornalisti e il figlio primogenito del premier. Babiš jr. ha sostenuto di essere stato portato in Crimea contro la sua volontà dai collaboratori del padre. Questi ultimi avevano l’ordine di far sparire il figlio, che aveva già palesato disturbi mentali, per minimizzare il suo coinvolgimento nell’affaire della truffa dei fondi europei usati per costruire il resort di lusso Nido della Cicogna. Secondo la versione del premier, negli anni in cui il resort ricevette i finanziamenti per piccole e medie imprese, non faceva parte del gruppo Agrofert, ma era intestato ai famigliari di Babiš, tra cui anche il figlio. Il premier ha rifiutato ogni addebito e ha accusato i due reporter di un tentativo di colpo di stato. «Provate a batterci in libere elezioni», ha detto il premier rivolgendosi alle opposizioni dopo aver dichiarato di non aver alcuna intenzione di lasciare il governo.
Ad avere un ruolo determinante nel voto di oggi sono i socialdemocratici. Le opposizioni unite hanno assieme solo 92 voti e ne devono raggiungere 101 per poter sfiduciare il governo. I socialdemocratici, che chiedono il cambio del premier con un altro esponente del movimento Ano 2011, alla fine non parteciperanno al voto esprimendo così una fiducia delle astensioni. «Le opposizioni non hanno un piano dopo la sfiducia», ha giustificato la scelta il segretario generale del partito socialdemocratico, Jan Hamáček. I comunisti, che sostengono il governo dall’esterno, voteranno invece a favore dell’esecutivo. Infine il voto di sfiducia è stato depotenziato dal Presidente della Repubblica Miloš Zeman che ha promesso il reincarico a Babiš dopo un eventuale voto sfavorevole.
Fonte: www.ct24.ceskatelevize.cz
Fonte fotografia: www.psp.cz
