La Commissione Europea ha pubblicato le condizioni a cui autorizzerà l’acquisizione delle acciaierie Ilva da parte del gruppo siderurgico indiano ArcelorMittal. Il piano di correzione prevede numerose cessioni di siti produttivi in Europa, affinché la quota di mercato del gruppo non superi il 40% della produzione d’acciaio.
Tra gli stabilimenti a cui il gruppo indiano dovrà rinunciare ci sono le acciaierie di Ostrava. Lo stabilimento produce circa 2 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e impiega circa 6500 persone. Un altro migliaio di persone lavora nella filiera. La possibile cessione ha fatto scattare l’allarme dei sindacati. «Sicuramente chiederemo che alcuni dei nostri rappresentanti siedano nel gruppo che dovrà valutare i possibili acquirenti», ha annunciato Vítězslav Prak, segretario dei sindacati all’ArcelorMittal. Al Ministero dell’Industria e del Commercio è attivo un altro gruppo dedicato al tema. La vendita dovrà avvenire in tempi rapidi, in quanto le dismissioni dovrebbero essere operative entro l’inizio del prossimo anno.
Il piano di cessione avrà tuttavia da subito un impatto sul funzionamento della controllata ceca di ArcelorMittal. Fino alla vendita l’azienda sarà infatti sottoposta a una gestione separata dal gruppo con la nomina di un amministratore speciale, la cui condotta sarà sottoposta al controllo della Commissione Europea. «Nel regime della gestione separata i dipendenti di Arcelor non avranno incarichi dirigenziali nelle aziende da cedere e viceversa - chiarisce Barbora Černá Dvořáková, portavoce di ArcelorMittal Ostrava – inoltre tra ArcelorMittal e le aziende non ci potranno essere scambi di informazioni sensibili». Il nome dell’acquirente dovrà anche passare al vaglio della Commissione Europea.
Le acciaierie di Ostrava non sono l’unico stabilimento a cui ArcelorMittal dovrà rinunciare. Il gruppo dovrà vendere le acciaierie a ciclo integrato di Galati (Romania) e una serie di altri siti produttivi senza aree a caldo. Secondo alcune stime il gruppo potrebbe ricavare dalle vendite fino a 4 miliardi di euro.
Fonte: la decisione della Commissione Europea, http://europa.eu
Fonte fotografia: ArcelorMittal Ostrava