Il primo turno delle elezioni presidenziali, che si sono tenute il 12 e 13 gennaio, è finito senza troppe sorprese. Passano al secondo turno il presidente uscente Miloš Zeman e l’ex presidente dell’Accademia delle Scienze Jiří Drahoš.
Nel primo turno Zeman ha raccolto circa due milioni di voti, ossia il 38,5% delle preferenze, mentre il suo sfidante Jiří Drahoš ha ottenuto 1,4 milioni di voti (26,6%). Distanziati gli altri candidati: sopra il 10% solo l’ex ambasciatore ceco a Parigi Pavel Fischer. Performance deludente per l’ex premier Mirek Topolánek, che ha ottenuto solo duecento mila voti. Complessivamente Zeman vince in tutte le regioni, ad eccezione della capitale.
La distanza tra i due candidati è importante ma non incolmabile. A Drahoš hanno espresso sostegno praticamente tutti gli altri candidati, che non sono arrivati al secondo turno ma hanno comunque raccolto più di 1,5 milioni di voti. Zeman ha incassato invece il sostegno del premier Andrej Babiš, che ha tuttavia invitato il presidente a confermare la sua orientazione pro Occidente (nonostante molti viaggi in Cina e Russia nel corso del mandato) e di disfarsi di alcuni dei collaboratori più discussi. Già in passato Babiš aveva ammesso che lui e Zeman dividono la società ceca. «A lui questo piace, a me invece infastidisce» aveva notato il premier.
Fonte: www.volby.cz
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