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07.09.2017

Nuova legge contro il riciclaggio del denaro sporco: cosa è cambiato

Dal primo gennaio 2017 è entrata in vigore la modifica della legge 253/2008 sui provvedimenti contro la legalizzazione dei proventi da attività criminali e contro il finanziamento del terrorismo (la cosiddetta legge antiriciclaggio). La legge introduce nel diritto ceco la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, emessa il 20 maggio 2015, sulla prevenzione contro l’uso del sistema finanziario per il riciclaggio del denaro sporco e il finanziamento del terrorismo.

La modifica alla legge antiriciclaggio ha allargato la platea dei soggetti obbligati a rispettarla (fino ad ora erano soprattutto banche, i crediti cooperativi e altre istituzioni finanziarie). Nella platea sono stati inseriti anche i gestori dei giochi d’azzardo (tranne i gestori dei giochi con premi in denaro o in natura, giochi istantanei, con estrazioni di numeri, bingo e tombole) e i soggetti che prestano servizi legati alle monete virtuali. In questa tipologia ricadono anche i gestori degli e-shop che accettano pagamenti in moneta virtuale e i gestori di portafogli di moneta virtuale.

La soglia di pagamento, che determina i soggetti obbligati, è stata abbassata da 15.000 a 10.000 euro. Gli obblighi collegati ai pagamenti in contanti sono stati ampliati agli imprenditori e alle imprese che effettuano una qualsiasi transizione commerciale, anche diversa dal mero pagamento in contante. Nelle transazioni con valore superiore alla soglie, tali imprese avranno l’obbligo di adottare le misure di prevenzione contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo quali il controllo e l’identificazione del cliente, la non effettuabilità della transazione e la segnalazione della transazione agli organi di vigilanza.

Uno degli obblighi più discussi della nuova legge antiriciclaggio è quello stabilito nell’articolo 21, comma 2 dell’estensione in forma scritta di una valutazione di rischio. Il nuovo vincolo giuridico riguarda tutti i soggetti che hanno l’obbligo di creare un sistema di valutazione interno; si tratta soprattutto di banche e altre istituzioni finanziarie.

La valutazione di rischio dovrebbe prendere in considerazione soprattutto fattori quali la tipologia di clienti, la regolarità, la finalità e la durata dei rapporti commerciali, il valore e la modalità delle transazioni o il fattore di rischio di alcune aree geografiche. Nell’analisi dovrebbero essere riportate per lo meno una tipologia di clienti secondo fattori di rischio, e le valutazioni di rischio di prodotti e servizi, che potrebbero essere usati nel riciclaggio del denaro o per il finanziamento del terrorismo. Devono essere anche riportati segnali di allerta, che potrebbero indicare il comportamento sospetto di un cliente o una transazione sospetta. Nelle valutazioni del rischio dovrebbero essere riportati anche i sistemi di controllo interni, i controlli sul rispetto della normativa in vigore e i sistemi di verifica dei dipendenti del soggetto obbligati. Infine, va riportata anche la periodicità con cui verrà attualizzata la valutazione di rischio.

Considerando quanto detto sopra, i soggetti obbligati dovrebbero procedere a un controllo dei documenti e delle regole interne per adeguarle all’attuale legge antiriciclaggio, con una particolare attenzione alle modalità di controllo e di identificazione dei clienti, all’impostazione del provvedimento di controllo e di prevenzione  e all’elaborazione della valutazione dei rischi.

In conclusione, va notato che la tematica del riciclaggio del denaro e del finanziamento del terrorismo è attualmente molto sensibile. Perciò è lecito attendere in un futuro non lontano altre direttive europee sul tema e di conseguenza altre modifiche alla legge antiriciclaggio.

Fonte: avvocati Martin Holub e  Michaela Hyklová dello studio legale Holub&David

Fonte fotografia: Pixabay

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