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24.07.2017

Eccellenze italiane a Brno, il centro di ricerca FNUSA-ICRC

Li chiamano “i nostri italiani”. Parliamo del gruppo di ricercatori italiani e degli stagisti che lavorano nel Centro Internazionale di Ricerche Cliniche dell'Ospedale Sant'Anna di Brno (FNUSA-ICRC). Il centro, nato solo nel 2011, è tra i centri di ricerca medica più prestigiosi e performanti in Repubblica Ceca con risultati paragonabili ai simili centri in Europa centrale e occidentale.

Il Centro di Medicina Traslazionale, che ci ospita durante la visita a questa realtà, si trova nel Biology Park. Tutt'attorno ci sono altre istituzioni dedite alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie. Si nota subito che Brno, le sue università e le istituzioni di ricerca locali hanno saputo attrarre progetti di investimenti finanziati spesso dai fondi europei. «Molti colleghi italiani hanno ancora un'idea di Paese arretrato della Repubblica Ceca e rimangono stupiti quando vedono le infrastrutture e le tecnologie, che abbiamo a disposizione qui» dice dott. Giancarlo Forte, direttore del Centro di Medicina Traslazionale di FNUSA-ICRC, che è arrivato Brno nel 2013 dal Giappone assieme a sua moglie, dott.ssa Stefania Pagliari, anche lei ricercatrice al FNUSA-ICRC.

Nei laboratori del Centro di Medicina Traslazionale (CMT) lavorano team di scienziati internazionali e cechi con strumenti all'avanguardia. «In tutto siamo 28 ricercatori provenienti da dieci Paesi diversi, ma i cechi restano la maggioranza. Abbiamo a disposizione strumenti tra i più cari in Repubblica Ceca» ci dice il dott. Forte mostrandoci i macchinari del laboratorio, tra cui alcuni microscopi ad altissima precisione. Il Centro si occupa soprattutto di ricerca sui cambiamenti cellulari e la specializzazione del dott. Forte è sulle cellule e i tessuti del cuore. Riguardo a questo tema il suo team di Meccanobiologia cardiovascolare ha pubblicato di recente un articolo sulla prestigiosa rivista Nature Communications. Alcuni laboratori del centro stanno per essere accreditati dal Ministero dell'Agricoltura per ricerche sugli OGM.

Un altro importante successo per CMT è arrivato in maggio di quest'anno, quando il Ministero dell'Istruzione Ceco ha dato il suo via libero a un progetto di ricerca scritto dal dott. Forte con un finanziamento di 177 milioni di corone. L'obbiettivo delle ricerche condotte nell'ambito del progetto è lo studio dei cambiamenti molecolari durante i processi di invecchiamento dell'organismo e durante le malattie tipiche nell’anziano. Uno dei risultati della ricerca potrebbe essere lo sviluppo di nuove sostanze farmaceutiche. «Ho iniziato a scrivere questo progetto nel dicembre 2015 ed è stato molto impegnativo. Un punto di forza di ICRC, che ci ha aiutati molto, è il sistema di servizi di supporto amministrativo. I dipendenti dell’area amministrativa ricercano i bandi per i progetti più interessanti e ci assistono nel processo di stesura dal punto di vista amministrativo», sottolinea il ricercaore. Grazie al progetto saranno assunti per la ricerca altri scienziati internazionali. Tra questi anche il dottor Manlio Vinciguerra, che è arrivato da Londra e a Brno guida un proprio team di epigenetica nei processi di metabolismo e di invecchiamento. Nell'ambito del progetto verrà completata anche la Banca Morava delle Cellule Riprogrammate, che darà la possibilità ai pazienti di conservare le loro cellule staminali in attesa dello sviluppo di nuove cure.

L'altro centro di FNUSA-ICRC guidato da una ricercatrice italiana, dottoressa Viola Galligioni, è il Centro di Ricerca Animale. «Il compito del nostro dipartimento è di aiutare i ricercatori, che fanno ricerca in vivo o sperimentazioni precliniche, a sviluppare i loro progetti» ci spiega la ricercatrice, che poco tempo fa è diventata anche vicechiar di FNUSA-ICRC. Il centro è rafforzato anche dalla collaborazione con le istituzioni universitarie locali, tra cui la Facoltà di Veterinaria e Farmaceutica di Brno e l'Università di Agricoltura Mendel di Brno. «Attualmente conduciamo ricerche sui suini e stiamo costruendo una nuova facility per i roditori», ci descrive la dott.ssa Galligioni, che è a capo del centro dal 2014. L'ampliamento del centro riguarda anche i tecnici: anch’essi devono soddisfare alti standard, «la loro qualifica deve soddisfare i severi criteri stabiliti da normative nazionali ed europee».

Anche il Centro diretto dalla dott.ssa Viola Galligioni è attivo in significativi progetti di ricerca. Il centro fa parte di un consorzio internazionale guidato dall'Università di Bristol, il cui scopo è mettere a punto dei nuovi stimolatori cardiovascolari. «Rispetto ai pacemaker già in commercio, quelli saranno capaci di adattarsi alle richieste del cuore in tempo reale – spiega – Quindi numerose professionalità sono ricercate, sia per gli studi preliminari in vitro, sia per quanto riguarda campi come sviluppo di nuovi chip e nuove tecnologie wireless. Il nostro compito sarà di valutare i risultati delle sperimentazioni dei nuovi stimolatori cardiovascolari sugli animali. Il risultato del progetto porterà alla creazione di una nuova generazione di pacemaker». I risultati finali dovranno essere presentati ad autorità come l'americana Food&Drugs Administration per l'autorizzazione e la successiva commercializzazione.

La soddisfazione per le condizioni di lavoro al centro ricerche dell'Ospedale Sant'Anna di Brno è traspare dai discordi di entrambi ricercatori. Lo scambio è tuttavia reciproco, poichè sia il dott. Forte che la dott.ssa Galligioni hanno saputo mettere a punto nuovi progetti di ricerca e attrarre anche nuovi investimenti. «Data la nostra posizione di ricercatori internazionali, è possibile che fra qualche anno andremo via da Brno, ma abbiamo trasmesso le nostre conoscenze ai ricercatori locali, che resteranno qui. Della nostra presenza rimane quindi qualcosa sia al FNUSA-ICRC che alla comunità scientifica di Brno», ribadisce dott. Forte. Le esperienze internazionali pregresse inoltre aiutano la promozione del centro di ricerca nelle relazioni all'estero. Grazie ai suoi contatti in Giappone, Forte ha dato un contributo significativo alla stipula dell'accordo di collaborazione nel settore della cardiologia tra il FNUSA-ICRC, la Tokyo Women's Medical University e l'azienda Shimandzu. Il contratto è stato firmato durante la visita del premier Bohuslav Sobotka in Giappone.

L'Italia non è presente all'ICRC solo tramite i ricercatori. Al centro lavorano anche stagisti provenienti da alcune università italiane. «Con il livello di ricerca in Italia oggi, sono molti i dottorandi o ricercatori post-doc, che cercano esperienze all'estero, dall'Italia riceviamo numerosi curriculum. Per quanto riguarda la collaborazione scientifica, il principale criterio è la complementarità» spiega la dott.ssa Galligioni. Le università italiane sono partner di FNUSA-ICRC in diversi progetti di ricerca. «Con l'Università di Tor Vergata partecipiamo ad un progetto internazionale. Con l'università di Trieste è attivo un accordo di collaborazione e io insegno alcuni mesi all'anno a Roma», illustra il dott. Forte. Le collaborazioni si sviluppano anche grazie al fatto, che il livello di insegnamento e ricerca in Italia rimangono, nonostante tutto, piuttosto elevati.

Anche il Console Onorario della Repubblica Italiana a Brno, Pavel Zezula, ha visitato il centro di ricerca FNUSA-ICRC.

Video: FNUSA ICRC ICCTRM Brno

Intervista a Giancarlo Forte e Viola Galligioni: "Com'è fare ricerca internazionale a Brno?"

Fonte: Camic

Fonte fotografie: FNUSA-ICRC

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