Giovedì 18 maggio si é svolto alla sede della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca l'incontro con il governatore della Banca Centrale Ceca Jiří Rusnok.
L'incontro con i soci della Camera Italo-Ceca è stato introdotto dai saluti dell'ambasciatore italiano a Praga Aldo Amati e dal presidente della Camera Gianfranco Pinciroli. «Siamo molto fieri che l'Italia sia un partner commerciale molto importante per la Repubblica Ceca e che l'interscambio tra i due Paesi abbia toccato i dodici miliardi di euro» ha detto il presidente Pinciroli.
Il potenziale dell'economia ceca
Negli ultimi quattro anni l'economia ceca sta registrando un trend positivo con una crescita del PIL superiore alla media UE. Anche quest'anno, la crescita si dovrebbe avvicinare al tre percento. «Stimiamo il potenziale di crescita dell'economia ceca tra il 2,5 e il 3 percento» ha specificato il governatore. Il potenziale di crescita è, attualmente, limitato da alcuni fattori strutturali quali l'istruzione o il livello di innovazione. Un altro limite è la mancanza di manodopera. «La volontà di importare i lavoratori dall'estero è da parte del governo molto bassa» ha notato il governatore. La mancanza di manodopera potrebbe quindi essere un impulso per le aziende ad adottare nuove tecnologie nel campo dell'automazione e della robotica, che riducano il fabbisogno di lavoratori.
A questa situazione, corrisponde una crescita dinamica dei salari, che nell'ultimo anno sono aumentati del cinque percento. «A crescere di più sono i salari di basso livello piuttosto che quelli alti, perché sul mercato mancano i colletti blu» ha sottolineato Jiří Rusnok. La crescita dei salari intorno al cinque percento è per ora il massimo, che il Paese può esprimere senza ridurre la sua competitività internazionale. «E' in atto una convergenza salariale con i Paesi dell'Europa occidentale, dove gli stipendi crescono molto lentamente» ha detto Rusnok.
Corso della corona e stabilità finanziaria
La decisione più importante presa durante l'anno dalla Banca Centrale Ceca è la revoca del regime d'intervento sul corso della corona. Dal sei aprile, la banca centrale lascia libero, quindi, il corso di cambio della corona ceca. «L'intervento sul corso è stato la nostra forma di quantitative easing. Nell'ambito di questo quantitative easing sono aumentate le riserve della banca centrale grazie all'acquisto di moneta estera» ha specificato Rusnok. Dopo la fine del regime d'intervento, la corona ha registrato un leggero rafforzamento rimanendo nel complesso molto stabile. «Se continuerà la convergenza della Repubblica Ceca con i Paesi dell'eurozona a tassi d'inflazione simili, si creerà lo spazio per un rafforzamento della corona nei confronti dell'euro» secondo le previsioni del governatore della banca centrale.
Oltre alla politica monetaria, la Banca Centrale Ceca è molto attiva negli ultimi mesi anche nel settore dei mutui a scopo abitativo. L'istituto ha emesso delle linee guida per le banche cercando di ridurre il peso dei mutui, che coprono più dell'85% del valore dell'immobile acquistato. «Si tratta di provvedimenti ben rodati, che vengono impiegati ovunque nel mondo» ha commentato il governatore Rusnok. La banca centrale vorrebbe, inoltre, introdurre questi vincoli per legge. Il testo, attualmente alla Camera, sta però incontrando la resistenza di una parte dei deputati. «Se non si riuscirà ad approvare la legge adesso, quando siamo in un'atmosfera pre-elettorale irrazionale, allora confidiamo di riuscirci dopo le elezioni. E se non si riuscisse proprio ad approvare la legge, utilizzeremo altri strumenti, ad esempio potremmo aumentare i requisiti patrimoniali delle banche» ha spiegato Rusnok. Secondo il governatore, non è utile moderare la situazione del mercato dei mutui immobiliari aumentando i tassi d'interesse,in quanto questa misura avrebbe una ricaduta negativa anche su altri settori della fornitura dei mutui, che non stanno dando segnali di surriscaldamento. Complessivamente, il settore bancario ceco si trova in ottime condizioni e gli stress test, eseguiti regolarmente dalla banca centrale, indicano una forte resistenza degli istituti cechi anche a scenari sfavorevoli.
Il futuro della Repubblica Ceca e dell'Unione Europea
Una questione spesso dibattuta è l'entrata della Repubblica Ceca nell'euro. Il Paese si è impegnato ad aderire all'eurozona senza prevedere una data precisa. «E' una decisione, che dovrà prendere la rappresentanza politica, la Banca centrale ha solo un ruolo di servizio» ha notato il governatore. L'adesione all'eurozona sarà un fattore chiave soprattutto nell'eventualità, che venga creata l'Europa a più velocità. «Non so bene, in cosa dovrebbe consistere l'Europa a più velocità» ha detto Jiří Rusnok. Secondo il governatore tuttavia dovrebbero essere mantenuti i pilastri dell'integrazione europea, ossia la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali, anche per i Paesi membri dell'UE, che non aderiranno al nucleo d'integrazione più stretto. Il governatore, inoltre, auspicherebbe un maggiore coordinamento fiscale tra i Paesi dell'eurozona. Se tra questi ci sarà anche la Repubblica Ceca, dipenderà dalle decisioni che prenderà in merito il governo che uscirà dalle prossime elezioni politiche.
Fonte: Camic
Fonte fotografie: Adam-Costey