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01.02.2017

OM Protivín: dieci anni sotto la bandiera italiana

Sono passati dieci anni dall'acquisizione dell'azienda ceca OM Protivín da parte del gruppo italiano Bondioli & Pavesi. Dal 2007 la società ceca ha iniziato la produzione in nuovi settori industriali e ha registrato un aumento di ricavi e investimenti. Ne abbiamo parlato con Lanfranco Gherardi, direttore generale e presidente del CdA dell'azienda.

A dieci anni dall'acquisizione di OM Protivín come valuta l'investimento effettuato in Repubblica Ceca? La società madre italiana è soddisfatta dalla performance della controllata ceca? 

«La casa madre è soddisfatta delle performance della OM Protivín. Ciò è dimostrato dal fatto che il gruppo ha investito dalla data di acquisizione ad oggi oltre 350 milioni di corone, sia in macchinari che in stabili e terreni per futuri ampliamenti. Il fatto stesso che abbiamo investito in terreni adiacenti all'attuale unità produttiva (altri 10.000 m²) evidenzia la volontà di dare continuità all'attuale politica di ampliamento della produzione a Protivín. Ci sono allo studio importanti e ambiziosi progetti che sono al momento congelati dalla difficoltà di reperire manodopera specializzata e non». 

Un cambiamento significativo riguarda la struttura dei ricavi. Nel 2007 il settore moto rappresentava il 90% dei ricavi, oggi meno della metà. Perché avete optato su un disimpegno dal settore? E continuerete nella differenziazione?

«Il gruppo ha acquisito la OM Protivín per poter ampliare le proprie attività nel suo settore di produzione specifico, ossia nella costruzione di organi di trasmissione per il settore agricolo, con particolare riguardo ai mercati dell’Est Europa. Finché vi sarà richiesta il settore moto sarà gestito, ma la vocazione di fondo della società sarà verso i costruttori di macchinari agricoli».

Una parte significativa della produzione di OM Protivín è destinata alla casa madre italiana che è leader nel settore delle macchine agricole e per le costruzioni. In quale stato versa il gruppo?

«Il fatturato del gruppo del 2015 è stato 270 milioni di euro. Il gruppo si trova in buono stato di salute nonostante le conosciute difficoltà  a livello di economia globale. Da sottolineare è la continua volontà, passata e presente, da parte della proprietà di ricercare la sempre maggior soddisfazione da parte del cliente, investendo in ricerca, qualità, affidabilità e servizio. Questo implica investimenti continui in macchine, strumenti e, parte più importante, in persone».  

Uno dei temi principali nell'industria è il passaggio tecnologico verso una maggiore automazione. Come vi state preparando all'arrivo della cosiddetta Industria 4.0?

«Abbiamo una costante attenzione verso gli investimenti testimoniata dai consistenti importi investiti fino ad ora. Stiamo investendo in moderni macchinari che soddisfano il requisito principale della cosiddetta Industria 4.0, in particolare in beni strumentali, il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestiti tramite opportuni sensori ed azionamenti. Abbiamo attivato una costante scolarizzazione interna del personale non trovando personale specializzato all'esterno. Il nostro obiettivo è avere personale fidelizzato, preparato e quindi affidabile. Ma quanto detto sopra è insufficiente per far fronte alle nostre reali necessità odierne e future».

 

 

 

 

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