Ormai mancano solo poche ore all'entrata in vigore della nuova legge sul conflitto d'interesse. Il countdown più seguito è quello del ministro delle finanze e vicepremier Andrej Babiš, che si dovrà disfare delle proprie aziende.
La nuova legge prevede che un membro del governo non possa possedere aziende attive nel settore dei media. La legge prevede anche che le aziende con una partecipazione societaria di un membro del governo perdano la possibilità di ottenere incentivi e sovvenzioni pubbliche. La seconda clausola è particolarmente pesante per il gruppo Agrofert di Andrej Babiš, di cui molte aziende sono attive in settori come l'agricoltura, dove l'importanza dei sussidi pubblici è fondamentale.
Per non danneggiare le sue aziende, Babiš ha deciso di trasferirle in un fondo trust del quale sarà fondatore. Avrà pertanto il diritto di nominare l'amministratore del fondo ed eventualmente di revocarlo alla fine della sua carriera in politica. La transazione riguarderà il gruppo Agrofert, uno dei più grandi nel Paese, e due imprese minori di Babiš, la Synbiol e il fondo Hartenberg. Sulla carta si tratterà della più grande transazione societaria mai fatta in Repubblica Ceca.
Allo stesso tempo il vicepremier prepara la battaglia nei tribunali sollevando dubbi sulla costituzionalità delle normative sul possesso dei media. «Lotterò per miei diritti, perchè come ogni cittadino ceco ho diritto di avere delle proprietà, di fare impresa e di partecipare alle cose pubbliche» ha sottolineato Babiš, che ha annunciato anche un ricorso presso la Commissione Europea. Secondo l'opposizione, tuttavia, il ministro delle finanze confonde le carte, in quanto la legge non gli impedisce di possedere aziende (ad eccezione dei media), ma impedisce che abbiano accesso a fondi pubblici, sulla cui erogazione può avere influenza in quanto membro di governo.
Intanto il secondo uomo più potente della Repubblica Ceca deve far fronte ad un altro problema. Prima di cedere il gruppo, Babiš ha acquistato dei bond aziendali del gruppo Agrofert per circa 1,5 miliardi di corone. Secondo però alcune inchieste, Babiš non aveva mezzi personali dichiarati legalmente sufficienti per effettuare l'acquisto. Alle domande della televisione pubblica il vicepremier, visibilmente infastidito, ha risposto con un “Non capite niente”.
Fonte: http://www.ceskenoviny.cz/
Fonte fotografia: Archív Vlády ČR