Dopo quasi un anno e mezzo dal suo arrivo a Praga, abbiamo incontrato l'ambasciatore Amati per un primo bilancio del suo incarico in Repubblica Ceca.
Ormai è passato più di un anno dall'entrata in servizio a Praga dell'ambasciatore italiano Aldo Amati. In questo periodo l'ambasciatore Amati ha affrontato diverse sfide ed eventi importanti come la recente visita del ministro degli esteri Paolo Gentiloni. All'ambasciatore Amati abbiamo chiesto di fare un bilancio del suo primo anno in Repubblica Ceca.
Sua Eccellenza, come valuta la visita del ministro Paolo Gentiloni?
La visita è andata molto bene. E non è un'espressione di circostanza. Il ministro Gentiloni ha potuto rendersi conto delle differenze che esistono tra il governo ceco e gli altri governi dell'area Visegrad. Vi è una grande sintonia tra il nostro ministro e il suo omologo ceco, Lubomir Zaoralek con cui mantiene un filo diretto su tutte le principali tematiche internazionali . I colloqui con il premier Sobotka sono stati particolarmente cordiali anche in chiave di sostegno ceco all'Italia nella sua candidatura a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Nei scorsi mesi i rapporti italo-cechi hanno subito una scossa per via della crisi dei rifugiati. Ne è in qualche modo l'emblema un'intervista del premier Renzi al quotidiano Pravo. Queste difficoltà sono state superate?
Come spesso accade, il titolo dell'intervista è stato più contundente del testo stesso. Tuttavia le difficoltà sono state ampiamente superate. Lo dimostra anche l'invito del premier Sobotka al Presidente del Consiglio italiano a venire in visita a Praga. Oltre a risultati diplomatici, ho avuto reazioni positive anche dalle aziende italiane partecipanti al Business forum italo-ceco del 17 marzo. In questo modo si stanno aprendo nuove prospettive di collaborazione tra le imprese dei due Paesi nel settore della Difesa, dell'Aerospazio e dell'Elettronica avanzata. E' degna di menzione la firma del memorandum di Intesa tra Sogin Spa e l'Amministrazione dei Depositi delle Scorie Nucleari ceca (Surao).Come è noto, in Italia la creazione di un deposito temporaneo per le scorie nucleari rimane nell’agenda del governo.
Dopo la visita del ministro Gentiloni i rapporti bilaterali hanno registrato un significativo salto di qualità?
Senza troppi trionfalismi la presenza del Ministro Gentiloni ha fornito un importante stimolo . L’ultimo Ministro degli esteri italiano a Praga era stato Frattini nel 2011. Si stanno rafforzando anche i rapporti a livelli dei Parlamenti dei due Paesi con visite reciproche. Inoltre sul lato economico il momento è oggettivamente molto favorevole:l'interscambio tra Italia e Repubblica Ceca è aumentato lo scorso anno del 10%.
Per quanto riguarda i rapporti economici, sono stati affrontati anche alcuni capitoli più spinosi, come il rinnovo del contratto di locazione della stazione centrale a Praga alla società Grandi Stazioni?
Il ministro ne ha fatto cenno nei colloqui. Ormai la decisione è meramente politica. I negoziati vanno avanti da più di un anno e tutte le questioni tecniche sono state affrontate compresa la ristrutturazione del Palazzo Fanta. Penso che un contenzioso sarebbe un disastro per entrambe le parti. I cechi dovrebbero probabilmente pagare delle penali, mentre gli italiani perderebbero comunque un contratto importante. Sono convinto che sia interesse di tutti chiudere la questione con un accordo.
Sua eccellenza, è passato un anno e qualche mese dalla sua nomina di ambasciatore. Come valuta questo periodo?
Molto positivamente .Sono molto grato alla comunità italiana per come mi ha accolto qui in Repubblica Ceca , esiste una volontà di fare sistema che mi ha sorpreso favorevolmente. Un ringraziamento particolare alla Camera di Commercio Italo-Ceca con la quale abbiamo impostato un lavoro comune che sta dando frutti importanti e che ci consente di presentarci come un unico marchio “Italia” nei rapporti diplomatici con le autorità politiche ceche.
Quali obbiettivi ha per i prossimi anni?
Dare continuità all'ottimo livello di rapporti tra i nostri due Paesi sul piano politico con piu’ frequenti visite di parlamentari , funzionari di alto livello, e rappresentanti politici. Nel settore economico vi sono settori prioritari come quello delle infrastrutture, delle collaborazione industriali in materia di difesa e di energie rinnovabili che vanno seguiti ad ogni livello per far entrare nuove aziende italiane nel mercato ceco.
Lei ha effettuato nel 2015 molte visite in regioni fuori Praga. Quale ruolo hanno nella sua strategia diplomatica gli enti locali di queste regioni?
Le visite in regioni fuori Praga continueranno anche nel 2016 con diversi progetti culturali ed economici in cantiere. Sul territorio ceco vi sono opportunità molto interessanti per le imprese italiane in termini di sussidi regionali e condizioni fiscali vantaggiose.
Per quanto riguarda i rapporti economici, alcuni gruppi cechi hanno realizzato investimenti importanti in Italia. Si tratta solo di casi episodici?
Non credo. Ad esempio EPH la società del magnate Kretisnky che ha acquistato 7 centrali termoelettriche in Italia, è interessata anche ad altri investimenti soprattutto se verrà approvata dal parlamento italiano sul “capacity market”.In generale l'Italia sta mandando negli ultimi mesi un segnale migliore agli investitori esteri grazie a una certa ripresa economica e alla stabilità politica.
Un importante capitolo nei rapporti bilaterali rimane la cultura. Su cosa puntare in questo campo?
Innanzitutto voglio dire che abbiamo uno straordinario direttore dell'Istituto di Cultura, in grado di proporre ogni anno un programma molto variegato e di grande spessore culturale. Insieme a lui intendiamo concentrarci su eventi di grande richiamo, come il concerto della Filarmonica della Scala del 15 aprile, anche per colpire con efficacia l'immaginario collettivo ceco. Vorrei concentrarmi maggiormente anche sul “Made in Italy”, che spazia dalla cucina alla moda coniugando la cultura con il lato industriale. Con la crescita del reddito in Repubblica Ceca abbiamo l’obbiettivo di far crescere i numeri dell’interscambio nei settori della moda e dell’agro alimentare.
Infine, Lei ha sorpreso molti imparando a parlare il ceco. Pensa che sapere la lingua l'abbia aiutato a comprendere il Paese?
In realtà il mio ceco è ancora insufficiente ma non demordo. Tramite la lingua si capisce la commistione tra influenza tedesca e slava, che fanno parte della cultura ceca. L’approccio dei cechi verso chi è straniero è di grande cautela e , in fondo, non è molto diverso da quello di molte zone nel nord Italia . All'inizio esiste una certa riservatezza che si scioglie con una migliore conoscenza trasformandosi poi in amicizia profonda e duratura.
Fonte fotografia: Ambasciata d'Italia a Praga